Marcello Spada Like a Virgin

a cura di Gabriele Tosi

18/02 – 09/03 presso Saletta Campolmi a Prato dal mercoledì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00 o su appuntamento.

Un trilemma su quintali di cashmere soffia musichette esotiche fra le dorate sabbie del tempo. Un leggendario gregge elettrico torna in città con i cappotti pieni di soldi. Tutte le pecore saranno salve, al sole. 

La sala grande ospita Bloody Sunrise. L’installazione comprende una quantità variabile di fusti verticali, realizzati fondendo insieme lana e zucchero. Dei bicchieri di vetro modello tumbler, riempiti con specifici cocktail, possono agire come capitello o basamento dei cilindri, dando luogo a particolari colonne. L’immagine d’insieme suggerisce che la miscela alcolica attraversi il fusto, modificandosi in qualità e cromia in un idealizzato processo di distillazione alchemica: un Bloody Mary, ad esempio, ascende in un Tequila Sunrise. La scultura appare in equilibrio precario, generando vertigine e incertezza nell’indagine visiva del caramello nero (una sorta di ambra povera) e della sua anima in lana. I liquidi nei bicchieri, invece, agiscono come livelle, verificando l’orizzontalità del reale e contrapponendola all’instabilità dell’architettura.

Balle è un piccolo gruppo scultoreo modulare composto di duecento elementi. Una quantità simbolica di caramelle Rossana è stata hackerata manualmente. Ciascuna caramella è stata scartata, segata, svuotata dal ripieno di crema, riempita di lana e quindi saldata utilizzando una fiamma. Nel suo complesso, l’operazione dura circa cinque minuti che, moltiplicati per il numero di esemplari, fanno 14 ore, cioè una giornata di lavoro eroica per come viene mitizzata sul territorio pratese. Le caramelle, allestite a terra e disposte con razionalità, ricordano le proporzioni delle balle di materiale tessile mentre la loro fattezza – lattiginosa, bruciacchiata, cerulea – evoca una presenza irrisolta. I materiali dell’opera si proteggono a vicenda, rendendo il tutto indigesto e chiuso, disincentivando ogni trasformazione ulteriore. La caramella Rossana attraversa la storia del Paese assumendo diversi significati, dall’invito erotico al chicco familiare e domestico. 

Fibronacci, un calendario, oggetto diffuso nelle industrie, ha perduto i numeri e, con essi, il riferimento al tempo del lavoro e della produzione. Fra le pagine bianche rimane una sola foto che rappresenta 26 cumuli di varie dimensioni di materiale tessile. L’immagine, scattata nello spazio espositivo, risulta dal disimballaggio di un collo di 317 chili e 810 grammi di lana sfilacciata, esercitato suddividendo il materiale in base alla sequenza di Fibonacci. Il primo mucchio pesa 1 grammo, il secondo 1 grammo, il terzo due grammi, il quarto 3 grammi, il quinto 5 grammi e così via fino all’ultimo di 121 chili e 393 grammi. L’installazione, costruita basandosi su un modello matematico di sviluppo infinito, sparisce però dalla mostra, dando della crescita un quadro epico ed etereo, legato al ricordo e alla mitopoiesi.

La scelta della Campolmina come sede, una ex-fabbrica ottocentesca all’interno delle mura urbane oggi destinata a fini espositivi, sottolinea la collocazione estetica di Like a Virgin. Lo spazio, virato nel colore attraverso delle gelatine che avvolgono i lampadari formando grandi caramelle, pone la cultura materiale condivisa della città al vaglio di luci rosse: segni di pericolo, emergenza e piacere. Con la luce naturale il rosso è quasi invisibile, la vita del giorno sommerge l’irrisolto che riemerge invece di notte, conflittuale e affascinante al tempo stesso.

Il progetto innesca da una libera interpretazione di circa 6 quintali di cascame provenienti dalla maglieria Texuropa di Carmignano, ispirata anche dall’abbondante stratificazione di valori, significati e questioni – compresa quella dell’incertezza normativa – ai quali questa preziosa materia prima seconda rimanda. Le peculiarità dello scarto tessile nel contesto pratese sono raccontate nel catalogo della mostra da Astri (Associazione Tessile Riciclato Italiano), che approfondisce aspetti legali e burocratici legati al tema nel testo “I sottoprodotti tessili non sono rifiuti”. La pubblicazione, assieme ai materiali comunicativi del progetto, è disegnata dall’artista Matteo Coluccia. Le fotografie sono di Margherita Nuti.

Marcello Spada (Bologna, 1984) è un artista visivo attivo tra Italia e Germania. Ha studiato presso IUAV di Venezia, HfBK Städelschule di Francoforte, Sandberg Institute di Amsterdam. La sua ricerca e i suoi interessi lo portano a produrre oggetti e situazioni ambivalenti. Spada ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero tra i quali La Quadriennale di Roma, HangarBicocca Milano, Centro Luigi Pecci Prato, Viafarini Milano, Localedue Bologna, BASE Firenze, TOAST Project Space Firenze, TRIPLA Bologna, Fondazione Bevilacqua La Masa Venezia, MMK Francoforte, Hamburger Bahnhof Berlino, Weltkulturen Museum Francoforte, Inox Copenhagen, Wschód Gallery, Varsavia, Forum 1822, Francoforte. Dal 2016 collabora con Andrew De Freitas (NZ) a Total Chaos // kunsttransport und lebensbewegung, un artist-run di trasporti e produzioni per l’arte.

Ringraziamenti: Daniel Pagliai (Texuropa), Iacopo Finocchi (Officina Montenero), Simone Francioni (Francioni FA), Fabrizio Tesi (Comistra), Caterina Faragli (Astri), Stefano Giuri, Niccolò Morgan Gandolfi, Giulia Gonfiantini, Giulia Poppi.

Questo documento è stato prodotto con l’assistenza finanziaria dell’Unione Europea nell’ambito del Programma ENI CBC Mediterranean Sea Basin. I contenuti di questo documento sono di esclusiva responsabilità di Accaventiquattro Arte APS e non possono in alcun caso essere considerati riflettenti la posizione dell’Unione Europea o delle strutture di gestione del Programma o il Comune di Prato.

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